domenica 29 marzo 2015

Quando uno spazio comune diventa spazio "di tutti" e non più "di nessuno"


Tre lustri fa, trascorrevo tante ore nel giardino pubblico situato a cinquanta metri da casa mia. I miei irrequieti figli avevano l'occasione di scavallare un po', di prendere un po' d'aria e di luce, di giocare con altri bambini, mentre io chiacchieravo con altri genitori. Uno spazio essenziale per le famiglie del quartiere. Ultimamente invece, questo spazio per me rappresenta solo una scorciatoia a piedi. Tuttavia mi è giunta notizia di problemi di degrado e di difficoltà del Comune anche solo a tenerlo aperto fino ad una certa ora.
Grande ammirazione quindi per un gruppo di genitori del quartiere (20 famiglie) che da un paio di anni hanno preso a cuore questo giardino: hanno fondato un'associazione, hanno stipulato una convenzione con il Comune e si occupano della sua apertura e chiusura, della manutenzione del verde e delle strutture, di organizzare feste, eventi, doposcuola e altre attività sociali e soprattutto presidiano questo posto perché rimanga un luogo tranquillo e di socialità ad uso di tutti.
Oggi, in una bella domenica di primavera, sono andata a trovarli per rinnovare la mia tessera associativa (il mio piccolo contributo di abitante del quartiere) e li ho visti lì intenti a zappettare, creare aiuole, dipingere murales, contornati da bambini di tutte le misure. 
Davvero bravi! Non basta lamentarsi che le cose non vanno, è necessario cominciare a rimboccarsi le mani e anche sporcaserle di terra se necessario. 




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